L’OMS riconosce il Reiki come terapia naturale per il dolore.

APPROFONDIMENTI

1 Marzo 2024

Tempo fa mi sono imbattuta in un interessante articolo in cui si parlava di un documento redatto nel 2007 a Ginevra dall’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità). Il documento si intitola: <<WHO Normative Guidelines on Pain Management>>, ovvero linee guida a livello normativo per il trattamento del dolore.

 

A stilare questo documento, insieme all’OMS, sono esperti e varie organizzazioni attive nel campo della gestione del dolore. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), infatti, facilita l’adeguato trattamento del dolore attraverso l’uso legittimo di analgesici oppioidi. Tutto ciò per aiutare gli Stati membri a calibrare l’utilizzo di tali sostanze per scopi legittimi, evitando l’insorgere di abusi o dipendenze.

 

Il Reiki all’interno del documento di Ginevra

Stupisce piacevolmente trovare il reiki elencato tra le pratiche non farmacologiche raccomandate nel trattare il dolore dei pazienti. All’Annesso 4, tabella 3 (pag. 30 del documento) leggiamo: <<Problematiche (controversie, barriere, pratiche indesiderate) nella gestione del dolore>>. Si tratta di una vera e propria tabella in cui a destra viene descritto il quesito e a sinistra si aggiunge l’opinione degli esperti e della letteratura scientifica.

 

Tra i quesiti al numero 17 (pag. 33) troviamo scritto: << Dovremmo raccomandare le modalità non farmacologiche come ad esempio l’approccio psicologico e di riabilitazione (fisioterapia), le terapie olistiche come l’erboristica, l’agopuntura, trattamenti basati sulla fede, il reiki, il jugizu, la musicoterapia, le arti, la drammaturgia teatrale e altre tecniche di svago possono essere usate nel trattare i pazienti con dolore. L’esperienza mostra che includendo anche altri ambiti (biologico, psicologico, sociale e spirituale) nel lavoro con il paziente, possiamo vedere una grande differenza nel dosaggio degli oppioidi. >>.

 

A sinistra l’opinione degli esperti: << Impariamo a includere altri ambiti: biologico, psicologico, sociale e spirituale. L’esperienza dimostra che se si lavora in tutte queste aree con il paziente possiamo vedere una significativa diminuzione nell’assunzione di oppioidi. Fondamentale il confronto con infermiere e dottore. >>.

 

Qui di seguito riporto il testo in lingua originale:
http://www.ayurvedar.com/images/delphi_study_pain_guidelines.pdf

 

In effetti esistono diversi studi scientifici sui benefici del Reiki. Chi lo pratica come me da anni sa, per esperienza personale, che il Reiki è molto efficace nel trattare in maniera naturale, e senza controindicazioni, mal di testa, mal di schiena, nell’accelerare la guarigione di parti doloranti del corpo o in fase di guarigione dopo un’operazione, una distorsione, una rottura ossea ecc.

Il Reiki è tanto altro ancora. In particolare potremmo definirlo come un metodo che porta la persona ricevente a un sensibile aumento di auto-guarigione e consapevolezza di sé.

In ogni caso, questo riconoscimento da parte dell’Organizzazione Mondiale della Sanità non può che farci piacere. A tal proposito allego un breve trafiletto dedicato al Reiki da parte della Regione Piemonte; uno dei tanti esempi di come il Reiki possa essere usato in ambito ospedaliero in totale sicurezza.

https://www.regione.piemonte.it/web/temi/sanita/accesso-ai-servizi-sanitari/apistom- asl-at-per-cure-complementari

 

Ecco anche un breve video in cui si spiega l’utilizzo del Reiki come terapia complementare all’Ospedale Cardinal Massaia di Asti per pazienti oncologici e non solo. Un sincero grazie all’Associazione Apistom di Asti!

 

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